“Così semplice!” … ma ce ne accorgiamo sempre dopo.
Il bambino invece nuota nel suo elemento, respira a pieni polmoni la semplicità, vive nell’innocenza dell’ora.
Non ha nostalgia di quando tutto era semplice. La sua gioia non è un ricordo,
ma ogni volta una nuova primavera di felicità.
Non si può essere felici e saperlo; infatti se lo sappiamo non lo siamo,
perché è sceso un velo tra la perfezione del gesto felice e la coscienza che lo scruta.
Uno scrupolo, e la coscienza non è più innocente.
Semplice come il pane e l’acqua, che in fondo non vogliono molto, anzi solo l’essenziale…”
“Col naso in su, ancora una volta guardo i sacchi appesi
come i burattini di Mangiafuoco.
Il capannone è lo stesso dell’anno scorso,
di due anni fa, di tre, di quattro, ma diverso, ogni volta diverso.
Di là, di là dalla porta dove ci sono le stufe a legna c’è invece il creare, l’inventare, il nuovo.
Nel laboratorio
c’è il presente indicativo delle esistenze di ognuno
che magicamente si fonde
nella prima persona plurale.”
“Ci sono le vite nuove che saltellano
tra pennelli e merende
con quei camici lunghi che sembrano farli allievi di un pittore,
non si rendono conto, invece, che i veri pittori sono loro,
la loro età e il loro tempo di libertà qui dentro
ci sono gli uomini e le donne del mondo, con i loro limiti
e i loro sogni che imparano dai bambini e colorano i muri grigi con loro”
MILLE MANI IN LABORATORIO
Mi piace pensare al Mason come un treno,
anzi, direi alla locomotiva di un treno.
Spesso questa sensazione mi prende, al laboratorio.”
“A volte immagino di sollevarmi a mezz’aria e di guardare nel capannone dall’alto, in pianta. L’immagine è singolare:
persone ferme a lavorare in un punto definito del pavimento e una cellula irrequieta che instancabilmente corre da un punto all’altro, da una persona all’altra,
come a dare una dritta, un consiglio
o un rimprovero,
ma attenta al lavoro di ognuno”
“Il pane assomiglia molto al fango.
Si mescolano due cose semplici.
E il bambino è fornaio almeno nella sua immaginazione.
E il fornaio è bambino almeno per i suoi atti.
Acqua, farina e lievito, poi nel forno ad cuocere
ed il miracolo è fatto...
No il miracolo non c'è proprio.”
GIOCARE CON L'ACQUA
“Sei indubbiamente incomprensibile, uomo. Sei nato con me, sei fatto di me,
ti ho allevato e alleviato il dolore, lavato e dissetato e lo faccio ancora ma sinceramente non capisco
come tu non comprenda che amarmi è il solo mezzo che hai per sopravvivere.
Dovresti amarmi di un amore istintivo e viscerale, vitale, avere cura di me
come del tuo stesso essere invece nemmeno ti preoccupi se sto così male.
Solo il bisogno di me ti rende gentile.
Questi sono gli ultimi consigli che posso darti.
Ancora un po' e non mi troverai più,
ancora un passo e non sarà più possibile rivederci.
Tua per sempre. Acqua.”
Anche quest’anno giochiamo con il fiume…
come bambini e con i bambini : e guardiamo emozionati
come zampilla l’acqua…