Il Laboratorio e la "ripoeticizzazione" di un mito-festa
L'impoverimento del linguaggio, il ripetersi dei gesti, le difficoltà del comunicare tra le genti, la perdita di integrità dell'ambiente, si manifestano anche nello svuotamento dei contenuti dei miti che mediavano vita e natura.
Esperienze come quella del Laboratorio della Befana sul fiume Lambro ad Agliate stanno però a dimostrarci le possibilità di:
• riportare in un territorio ed in una cultura degradata uno spazio di poeticità nel rapporto fra ambiente e immaginario;
• narrare attraverso i miti la vita, i suoi ritmi legati ai diversi passaggi biologici e culturali (giovinezza/vecchiaia, sessualità, nascita/morte ecc.).
E' necessario valorizzare ed allargare questo tipo di ricerca per contrastare un totale impoverimento e distruzione dell'immaginario da parte del sistema mass-mediologico e dello spettacolarismo che riduce il mito a moralismo ideologico o a divismo commerciale.
Il Laboratorio è una struttura aperta e mobile all'interno della quale si intende potenziare la creatività di più persone a confronto tra loro, in questo modo elaborando un progetto a più mani e più voci in grado di effettuare una rilettura critica della realtà sulla quale intervenire.
Elemento fondamentale del lavoro in laboratorio è il rapporto con la gente nei propri luoghi di vita e la partecipazione alla gestione della festa.
In vari spazi laboratorio, nelle case, si inventano e si costruiscono tutte quelle azioni e strutture sceniche che servono all'animazione.
Nel lavoro di gruppo, in particolare il rapporto tra giovani ed adulti (talvolta genitori), si dispiega favorevolmente, dato il "fare" creativo ed il fine giocoso delle produzioni: tutto viene condiviso da tutti, momenti difficili e soddisfazioni.
Ogni anno il Laboratorio elabora e sviluppa un tema che aggancia il mito della Befana alle problematiche socio-ambientali e pedagogiche attraverso il rito fiaba-festa.
(Guarda i temi sulle pagine delle Befane passate)
Compito degli animatori della CCA che guidano il laboratorio coordinati da Enrico Mason, è quello di tener viva la ricerca sui linguaggi della comunicazione creativa, per tentare di incidere sull'immaginario collettivo. La "ripoeticizzazione" della Befana sul fiume Lambro ad Agliate Brianza permette di far rivivere il rapporto tra il popolo e la Befana e fra l'Uomo e la Natura.
L'azione evento inizia alle 18,30 della viglilia della Befana e si conclude in un'ora circa. Durante la giornata il Lambro viene invaso dalle strutture e dalla gente che lavora alla preparazione dell'animazione. Il momento sera concorre a creare il mistero del racconto insieme alla visione della gente trasformata in pesci, oche, cozze, animali dotati di grandi stivaloni che camminano inverosimilmente sull'acqua. Altre persone segnano l'attesa con canti e richiami alla luce delle piccole e colorate lanterne donate a tutti i bambini presenti.
Alcuni fuochi artificiali segnano l'inizio della festa: le scenografie si illuminano, appaiono le prime strutture e nascono le prime azioni. Arriva la grande struttura centrale e poi, quando la piazza del fiume è al culmine dell'azione ed i bambini allo stremo nel gridare per chiamarla, ecco appare d'improvviso la Befana da sotto il ponte, sulla sua fantastica barca. Pacifica tutto e scende ad incontrare i bambini, mentre da vari punti sulle rive e dentro il fiume, la musica dal vivo della banda del paese e di altri gruppi di musicisti sostengono l'animazione. La Befana se ne va lungo il fiume. La festa si spegne ed il mito inizia il viaggio nel cuore dei bambini, ma... lo stupore che si crea davanti alle cose inusuali nate in quella notte permane ancora per alcuni giorni sviluppando nuovi rapporti tra la gente.
La Befana che per anni e anni la sera del 5 gennaio ha incontrato il fiume Lambro è diventata anche libro. Due edizioni che vengono pubblicate in occasione del ventennale e del venticinquennale: