BEFANA SUL LAMBRO 2016 5 gennaio 2016 ore 18.30 Agliate
Befana 2016: PANTHALASSA. Siamo Mare.
Attorno alla barca della Befana nuotano meduse, danzano gli anemoni di mare, saltano i delfini, schioccano le cozze; giocano dimentichi di quello che accade in superficie. Un'immersione nell'innocenza e nella gioia dell'infanzia che vede ogni cosa con occhi diversi.
Oltre la sofferenza, oltre la violenza che gli uomini s'infliggono tra una riva e l'altra, la memoria di una comune provenienza. E' la memoria di qualcosa che non sappiamo bene, qualcosa di tanto prezioso da averlo nascosto nel luogo più segreto e ora introvabile: la dolcezza dove ognuno ha abitato e che ci fa tutti uguali.
Il Laboratorio della Befana è un'onda che prende origine dal fiume e raggiunge il mare, il mare di oggi, della speranza e del rifiuto. E dice: “la Befana arriva per tutti!”
Lettera d'intenti
"Befana sul fiume Lambro" Una risorsa per il territorio
Interventi in difesa dell'immaginario e del mito dell'infanzia, del senso di appartenenza ai luoghi e alla comunità.
La manifestazione "Befana sul Lambro", è un percorso ricco di esperienze, saperi, conoscenze e partecipazione, un patrimonio culturale, progettuale, creativo e di ricerca che non abbiamo voluto disperdere. L'idea di chiudere la Befana dopo il venticinquesimo anniversario è stata superata dopo le insistenze di molti cittadini e di diverse realtà operanti nel territorio ed a seguito dell'appoggio di gruppi socialmente impegnati, che ci hanno spinto a continuare superando le difficoltà e a riproporre la festa sul fiume, arrivando quest'anno a celebrare al ventinovesima edizione. Alcune considerazioni hanno portato alla necessità di approntare alcune modifiche riguardanti la gestione dei laboratori.
La C.C.A. si rivolge ancora alle diverse realtà istituzionali operanti sul territorio della Valle del Lambro, che già, a vario titolo, sono state a fianco del nostro lavoro: Regione Lombardia, Provincia di Monza e Brianza, Parco Valle del Lambro, e in particolare ai Comuni collegati al fiume Lambro e alla sua valle per storia, ambiente e appartenenza delle genti. Da molte edizioni alcuni di questi Comuni hanno appoggiato l'iniziativa con un comune capofila, partenariati e contributi.
Chiediamo ancora una volta agli enti di essere ancora nostri partner in questa esperienza sociale e culturale, alla quale è stata riconosciuta da molti l'importanza per la difesa dell'immaginario e della poeticità dell'infanzia e per il contributo alla vitalità culturale e socio-ambientale del nostro territorio.
Come avevamo auspicato all'inizio di questa sperimentazione, il Laboratorio della Befana sul Lambro ha intrecciato i primi fili di una rete dedicata a chi, nel territorio, si occupa di educazione, infanzia, mito, tradizione, memoria e ambiente. Intendiamo in questo modo potenziare le esperienze specifiche nate e cresciute negli anni che, isolate, andrebbero disperse, favorire lo scambio di esperienze e risorse, nell'ottica della valorizzazione reciproca e facilitare la circolazione di informazioni e conoscenze.
Il presidente della CCA,
Enrico Mason
i contributi:
I primi scritti riguardanti la Befana 2016
LA BEFANA ARRIVA PER TUTTI!
Il punto è che la Befana è vecchia e ci sente poco; pensano che non intenda ragioni, ma in realtà semplicemente non ci sente bene. "Eh?!? Non ho capito!, non capisco!". E poi ci vede anche meno: "Insomma - le spiegano - non vedi che sono diversi da noi? Non vedi come è scura la loro pelle?". Non lo fa apposta, davvero non lo vede. Non è colpa sua se ha questi occhi velati che le impediscono di vedere bene, occhi che al fondo non sono fatti per vedere, ma per piangere.
Le dicono che il fondo del sacco non è senza fondo e non basta per tutti; che guardi bene: deve capirla! Ma non può vedere, per quest'onda sulla riva delle ciglia. E allora cosa ci può fare? Le restano le mani, e le usa. Anche se sono vecchie e deformate, queste sanno toccare ancora. Allora comincia a frugare nel sacco, convinta che sia più fondo del fondo; alla cieca, a tastoni avanza verso non sa che, cerca senza sapere. E alla fine, trova: una nocciola, un mandarino, una trottola, qualche caramella...
La Befana arriva per tutti!
Si racconta che una volta - nel mare di Grecia, poco distante dall'isola della salvezza - un bambino desiderava che arrivasse qualcuno; aveva bisogno di qualcuno che afferrasse le sue braccia, ma nessuno rispondeva. Per lui non arrivava nessuno. Senza dire una parola, senza neanche chiedere perché, travolto dalla forza delle correnti, andava a fondo.
Ora, come finisce la storia è meno chiaro. C'è chi dice che oltre all'ultima parola non ce ne siano altre; altri invece riferiscono di aver sentito da alcuni che giurano di saperlo per certo, che la dea del mare, senza che nessuno vedesse, ha voluto bene a quel bambino, lo ha abbracciato, lo ha sollevato sopra le onde e lo ha portato sulla spiaggia.
Dicono anche di averlo visto allontanarsi...
Mario Vergani per CCA
IL MESTOLO
Panthalassa, il grande oceano che circonda. Ma cosa c'entra con la Befana, con il Lambro? Domande lecite, certo, ma soprattutto che fanno pensare. Dopo un primo senso di lontananza ho cercato di scavarci e forse qualcosa ho trovato.
Il Lambro non è altro che acqua, acqua che corre, trasforma, che porta vita e morte. è acqua senza inizio, perché anche la sorgente non è che un'uscita da qualcos'altro, un riciclarsi della stessa materia nelle sue diverse forme. Tutte le acque di questa terra sono, in qualche modo, in contatto, si toccano. Mari, fiumi, laghi, ma anche le pozzanghere, sono uniti nelle più svariate modalità (sentitevi in colpa ogni volta che azionate lo sciacquone). Come per l'acqua, anche noi omuncoli siamo perennemente in relazione, coesistiamo, siamo in simbiosi con gli elementi e con gli altri componenti non solo della razza umana. Mi ricordo un poeta inglese che scrisse: "Nessun uomo è un'isola" (John Donne, fatemi fare il saputello) e l'isola sta nell'acqua, aggiungo. Non ci sono isole.
Quindi il Lambro c'entra e anche molto.
La Befana... qui la cosa si complica un pochino, ma neanche tanto. Provo a spiegarmi, anche se il ragionamento non è il mio forte. Il grande oceano che circondava l'unico continente diciamo... prima che nascessi io, ma anche Mason e tutti quelli che stanno leggendo, che abbiamo chiamato Pangea era, diciamo, come un grande pentolone dentro il quale cuocevano tutte le possibilità future dell'esistenza... le possibilità future. Ecco, mi sembra qui di poter trovare un senso al Panthalassa. Tenendo conto che la Befana è, soprattutto, un mito rivolto a tutti, ma con particolare delicatezza ai bambini, ho pensato che la loro mente è in qualche modo simile a quel grande mare dove ci sono e coesistono tutte le possibilità, tutte le vie percorribili. Queste piccole menti dovranno "cogliere" da dentro la loro strada e il mito è in grado di aiutarli offrendo loro una visione diversa dell'intorno. Panthalassa è la mente e la sua capacità di immaginazione, la sua futuribile esistenza e la Befana indica, col fuoco e l'acqua e gli animali e gli uomini, quel sentiero quasi sempre nascosto che sarà il filo conduttore nei tempi a venire. La Befana è un mestolo con il quale mescolare e raccogliere il buono.
il verde si fa desiderio nelle sponde
sfinisce
nell'acqua che gli autunni
fiumano con le foglie
- rossoegiallo -
con le mani si cerca
nei muschi
tra i legni
su una pelle
si disegna il contorno
di un impossibile
indefinito
come quelle nuvole
appena
forse
nemmeno
visibili
colorate d'azzurro
nell'azzurro
nei mari incerti
delle menti
Aldo Sangalli
MARE GRANDE MADRE
Grandi pescherecci solcano il mare, svuotano i fondali marini.
Sono dotati di reti che possono raggiungere 25 chilometri di lunghezza, capaci di pescare centinaia di tonnellate di pesci al giorno.
Migliaia e migliaia di pesci finiscono catturati e uccisi e se considerati di poca importanza economica ributtati in mare... morti.
Grazie al progresso tecnologico e alla sete di guadagno questi mega pescherecci industriali, riconducibili alla flotta europea, solcano quotidianamente oceani e mari devastando la vita marina con le loro reti a strascico.
Non c'è rispetto per il mare e i suoi abitanti, ma solo un'economia ingorda che perpetra violenza e distruzione, che toglie vita per metterla in scatola.
Ed è sempre per denaro che scafisti senza scrupoli stipano, nelle loro imbarcazioni sgangherate, persone.
Persone di ogni età che fuggono da terre di guerra, da terre di povertà, fuggono attraverso il mare.
Per quelle persone il mare è il cambiamento, è il percorso verso possibilità, verso un quotidiano senza spari e bombe dove potersi sentire al sicuro.
Ma molte di quelle persone non arrivano a toccare nessuna terra.
E come i pesci catturati nelle reti a strascico, anche loro sono catturati dalle reti dell'economia globale, ne sono prigionieri da quando partono da paesi poveri (poveri perché?), a quando pagano il pesante pedaggio, nel viaggio in condizioni estreme, al rifiuto che trovano al loro arrivo.
E chi non arriva finisce nel grande mare devastato e stanco insieme a quei pesci "di poco pregio" ributtati in acqua.
Il cerchio si chiude, ma non è il cerchio della vita.
Cinzia Porrazzini
UN ASILO IN FONDO AL MARE
POSEIDONE - Un asilo in fondo al mare non si può fare non si può fare, un asilo in fondo al mare non si può fare, che novità!
SIRENA - Ma ascoltate le nostre idee la grande madre ci aiuterà siamo in tante e siam d'accordo solo un momento e si chiarirà.
(Poseidone fa per parlare, ma la sirena continua)
SIRENA - I bambini allo scoglio vecchio con la murena stanno a giocare noi vogliamo giocar con loro per insegnare ad esser mare si faranno attività e laboratori ogni mattina abbiam scelto un luogo adatto alla barriera corallina.
POSEIDONE - Un asilo in fondo al mare non si può fare non si può fare un asilo in fondo al mare non si può fare, ma ascolterò!
SIRENA - Abbiam fatto lunghe riunioni ci siamo immerse in profondità inizieremmo con un lavoro sulla maturazione d'identità .
(Poseidone fa per parlare ma la sirena continua)
SIRENA - Lo sviluppo di competenze e autonomia ne seguirà permettendo l'integrazione e superando diversità si propone di far teatro per esplorare l'altro da s&acuta affrontando attraverso il gioco lo spazio giusto tra te e me.
POSEIDONE - Un asilo in fondo al mare... mah non si può fare non si può fare un asilo in fondo al mare non si può fare... mah!... forse sì!
SIRENA - I cetacei stanno aspettando per insegnare la tranquillità i delfini non vedon l'ora di confermare le affinità
(Poseidone fa per parlare ma la sirena continua)
SIRENA - Si propongon gite di classe al mar di mezzo, alle sorgenti li accostiamo alla grande fossa tra le memorie delle correnti è già pronta inaugurazione da tenersi all'abisso blu il rettore del nostro asilo Poseidone saresti tu.
Andrea Magnoni
La storia naturale
[...] prima deve essere trascorso un lungo periodo, durante il quale la materia vivente ha lentamente acquistato il tipo di organizzazione che noi conosciamo. Sul come ciò possa essere avvenuto possiamo soltanto fare supposizioni. Comunque, in ogni organismo rimangono tracce del mare, per così dire. Le proporzioni dei Sali nel protoplasma sono per esempio notevolmente simili a quelle dell'acqua di mare; e la più semplice spiegazione di ciò è che ogni vivente porta ancora il segno del mare in cui si è originato.
Martson Bates
IL FIUME
Che il fiume sia via, non più impedimento.
Sentiero scorrente, pensiero irruento.
Fragorosa casa, riparo sottile,
per elfi, nani e allegri fatine.
Dolce madre di pesci luccicanti,
duro padre per umani imploranti.
E' il Fiume, lui solo, che porta alla vita.
Ma attento a non fare cosa sgradita.
Egli è forza, egli è rabbia o dolcissimo amore,
scandisce stagioni e regola umore.
Il Fiume è patria per luccio, airone e rana,
per tutti un buon anno e buona Befana
Lorenzo Baio
LABORATORIO BEFANA 2016 - CCA
E anche quest'anno ci risiamo! Ogni anno che passa diciamo "Beh, adesso basta...è l'ultima volta!". Ma l'aria fresca di settembre solletica i neuroni di Mason e via, partono le telefonate, gli incontri, le discussioni su cosa fare, quale titolo dare alla nuova Befana e così si riparte per l'ennesima volta...
Il Laboratorio funziona così, si cercano stimoli, idee, contributi, opinioni, si aprono discussioni, insomma non si trascura niente: ogni idea-proposta potrebbe essere quella giusta... Intanto Mason inizia a trasformare in disegni idee e parole, animandole sul palcoscenico naturale del nostro fiume.
Anche quest'anno, una sera dopo un'accesa e in alcuni momenti "turbolenta" discussione è uscito un primo appiglio "Pangea" una parola che deriva dal linguaggio della geologia, ovvero "la grande massa continentale che alla fine del Paleozoico, circa 250 milioni di anni fa, si estendeva sulla superficie terrestre, circondata da un unico grande oceano". Sì un grande oceano..., allora qualcuno ha detto, Panthalassa, altra parola, diremmo oggi, "molto arcaica, che definisce "l'unico e gigantesco oceano che era presente sulla Terra ai tempi del Triassico, ai primi stadi dell'evoluzione dei continenti".
Panathalassa, parola intrigante, che ci riporta alle origini, alle non-divisioni geografiche, razziali, culturali, politiche ed economiche: un'unica terra circondata da un unico mare senza confini... Un'unica grande isola circondata in un abbraccio materno da un immenso mare. Pensate questa immagine cosa non possa far germogliare nelle mente di un bambino...!
Interessante poteva andare! Che cosa non è il mito della Befana, se non il ritorno alle origini, ai primordi, anche nella nostra terra di tradizioni e confini arbitrari, tracciati per dividere ciò che in natura è un continuo, un non-separato. La Befana ci ricorda ogni anno che dobbiamo tornare a quell'unità, primogenità, armonia, assenza di confini e limiti tipici dell'infanzia e dei sogni di quell'età.
Il nostro laboratorio è un po' una Pangea, una terra dove i confini svaniscono per unificare e per creare momenti di incontro e di confronto anche tra persone molto diverse. E' animato da una dialettica costruttiva che ti spinge ad andare oltre, oltre i luoghi comuni, gli schemi rigidi di tutti i giorni, dove ognuno può liberamente dire la sua ed esprimere in modi diversi la propria creatività. Un luogo in continuo movimento e divenire come del resto Pangea e Panthalassa, dal cui scontro di forze ed energie propulsive si è forgiata la terra che oggi conosciamo...
Il laboratorio della Befana non è un luogo immobile, senza forze, inerte, ma è alimentato da uno spirito irrequieto che è quello che si alimenta delle diversità, delle differenze, delle contrapposizioni e che in una dialettica dinamica produce idee e lavoro. Scriveva Felice Viganò, anima e teorico del laboratorio della Befana: "Il laboratorio è una struttura aperta, mobile..., è un confronto permanente. Non c'e' maestro che ordina il da farsi e ripartisce compiti (forse non conosceva il Mason di adesso!) ...c'è uno o più maestri, produce solidarietà, lavoro di gruppo, coscienza di un lavoro comune, ...è un metodo di ricerca e di sperimentazione.
Attraverso questo metodo si sperimenta, si costruisce ma soprattutto si ha occasione di rileggere la realtà non in maniera individuale e banale, ma come sintesi di un percorso-lavoro condiviso. Scriveva Felice: "la rilettura della realtà fatta dal laboratorio, dal lavoro di gruppo è un processo conoscitivo, interpretativo, critico, ...che tende a manifestarsi, a venire espresso, emergendo con la propria specificità e peculiarità, che sollecita risposte, commenti e reazioni". E mai come quest'anno anche all'interno del laboratorio l'attualità ha pervaso il pensiero di tutti, con le sue immagini crude, reali, di uomini e di un mondo che invece di unire divide e contrappone.
"Panthalassa, siamo mare": una dimensione liquida, palpabile ma nello stesso tempo impossibile da manipolare, difficile da imprigionare entro confini duraturi: cercherà sempre di riprendersi la libertà, lo spazio, l'infinito. Acqua è sinonimo di vita, di movimento. L'acqua è l'elemento che per primo ha permesso all'uomo di spostarsi, di conoscere, di migrare, di andare oltre i confini del conosciuto, in un certo senso di sognare. Ancora oggi l'acqua è per molti individui e popoli quel passaggio naturale che crea speranza per una nuova vita, per un futuro che nella propria terra sembra perso per sempre. Ma spesso è anche la tomba dove svaniscono tutti sogni di rinascita dalla povertà, dalla paura e dalla guerra. Chi non ricorda il piccolo Ayal, il bambino siriano di 3 anni che stava fuggendo con la famiglia da Kobane e che è morto annegato davanti alla spiaggia di Bodrum in Turchia.
La mancanza di acqua crea carestie, siccità, povertà, esilio forzato e morte; la sua mancanza muove e sposta milioni di profughi verso nuovi approdi (secondo le Nazioni Unite i profughi nel 2014 sarebbero stati più di 60 milioni, di cui la maggior parte sono donne e bambini). L'acqua è inoltre un determinante dell'equilibrio del clima mondiale. Proprio in questi giorni si sta svolgendo a Parigi la ventunesima Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite (il Cop21). Gli scienziati sono molto chiari, se non si ridurranno le emissioni di inquinanti, il surriscaldamento del pianeta ci porterà a situazioni catastrofiche con migrazioni di popoli e guerre proprio a causa della mancanza di acqua. Un altro rapporto internazionale dell'Agenzia Europea per l'ambiente, ci ricorda come a causa dell'inquinamento in Europea nel solo 2012 sono morte prematuramente 491 mila persone per patologie cardiovascolari, polmonari e per cancro e che l'Italia con i suoi 84 mila morti per inquinamento ha il primato assoluto per decessi.
Nel laboratorio della Befana, attraverso la ri-poeticizzazione e la creazione di figure e personaggi simbolici ci si è sempre confrontati con queste tematiche. Anche il nostro fiume è stato più volte ferito e violato dall'incuria e dagli interessi economici. Chi non ricorda le numerose battaglie fatte sul fiume per la tutela dell'ambiente e della salute, contro la cementificazione e il degrado ambientale. Il laboratorio della Befana è sempre stato dalla parte del fiume e delle sue genti, cercando di non essere banali, di non cadere nei luoghi comuni, di capire e di andare a fondo nelle ricerca delle cause, sia quando che si trattasse di questioni locali o internazionali.
E in questi giorni di attentati, divisioni e contrapposizioni religiose, culturali e ideologiche, dove in una sorta di delirio collettivo si invoca la guerra e si armano gli eserciti, ci tornano alla mente le parole di un giovane della nostra terra, Vittorio Arrigoni, nato a Besana Brianza nel 1975 e morto assassinato a Gaza nel 2011, che dell'aiuto umanitario, della non violenza e del giornalismo militante aveva fatto le sue ragioni di vita. Vittorio alla fine di ogni suo articolo o reportage era solito scrivere: "Stay Human" ovvero "Restiamo umani".
Per concludere, credo si debba ricominciare proprio da questo invito a restare umani. E in questo sicuramente i bambini con la loro spontaneità e senza pregiudizi hanno molto da insegnarci. Anche quest'anno il laboratorio attraverso la ri-poeticizzazione dei miti, dei riti e dei simboli della Befana, del fiume e dell'acqua cercherà di traghettare i bambini in questo passaggio di speranza. E proprio la speranza in un risveglio dell'umanità è l'augurio che vorremmo trasmettere come laboratorio della Befana a tutti i bambini, ma anche agli adulti, che il 5 gennaio saranno sul ponte di Agliate a gridare con noi "Befana! Befana! Befana!...".
"Restiamo umani", grazie e buona Befana a tutti.
Alessandro Nobili
Per una discussione sul laboratorio come strumento d'intervento culturale -lug.'83
Con la cultura di gruppo
la cultura individuale si misura
con la cultura individuale
la cultura di gruppo si confronta
il laboratorio
attivato per la realizzazione di un lavoro di gruppo
è lo strumento
è l'occasione
che permette il confronto
che indirizza il confronto
sul progetto in elaborazione
il confronto
chiarisce
manifesta
le singole
intuizioni
posizioni
il confronto
elabora
determina
l'intuizione
la posizione
di quel laboratorio
non è un confronto generale sui massimi sistemi
ma è un confronto concreto
su di un lavoro
che diventa di gruppo
e che mantiene memoria
sul come si è sviluppato
manifestato .....
Felice Viganò
Ogni anno la "Befana" svolge e articola un tema sempre diverso. La scelta del "titolo" nasce non tanto da una casualità o una improvvisazione estranea a tutto ma da un sentire, un esplorare i momenti della vita sociale e culturale che più ci allontanano dalla sua partecipazione.
Per questo la "Befana" si avvale di tanti contributi verbali e scritti.
Contenuti verbali per avere la conferma o la critica del nostro "sentire" per quanto riguarda l'importanza di questo mito, la Befana, principalmente rivolto ai bambini ma dove gli adulti richiamano ed esplorano le loro emozioni che incidono sull'immaginario collettivo. Da questo "parlare" si concretizzano poi i pensieri in contributi scritti.
Su questi ed altri scritti si apre spesso il dibattito, il confronto con operatori ed educatori ma anche semplicemente con genitori e persone che hanno a cuore la salvaguardia della poeticità e della meraviglia del mondo infantile al quale la Befana e il suo mito di passaggio tende.
Laboratorio Costruzioni: Capannone presso l'azienda di Ettore Villa via Dell'Isola, Agliate
Dal primo fine settimana di novembre 2015, fino al 5 gennaio 2016
Per informazioni: 339.5984689
Dal 1987 l'arrivo della Befana sulle acque del fiume Lambro la vigilia dell'Epifania è diventata una teatralizzazione che si svolge nei pressi del ponte di Agliate (MB)
Promosso da Associazione Commissione Cultura Alternativa (CCA) di Carate Brianza, dal Comitato per il diritto al Mito-Festa dei bambini e dalla gente della valle del Lambro.
Con il patrocinio e il contributo di: Provincia di Monza e Brianza - Parco Valle del Lambro
Comuni di Carate, Albiate, Briosco, Giussano, Macherio, Sovico, Verano
Per informazioni Tel. 0362-906294 Cell. 3395984689 e-mail: rosesco@tin.it