BEFANA SUL LAMBRO 2004 5 gennaio 2004 ore 18.30 Agliate
Befana 2004: IDEALI "PER - VERSI"
Per mesi (da settembre a febbraio) restiamo come imprigionati, impegnati nell’impresa un po’ folle di ideare, allestire e rappresentare ogni anno la Befana sul fiume Lambro. Perché sentiamo l’esigenza di continuare a riprodurre, rinnovare questa piccola grande operazione mitica e rituale? Credo che una possibile spiegazione risieda, come abbiamo detto in precedenza, nel bisogno di lasciare un segno, un’impronta per difendersi dalla paura dell’annientamento, del nulla, del non-io. E’ un po’ come riempire un vuoto che ci circonda e ci minaccia, per non perderci, per non disintegrarci, per non morire. Si va avanti per non morire c’è però un altro movente: il sacro. E’ il sacro la percezione della sacralità in quello che immaginiamo, sentiamo e facciamo, a suscitare il bisogno di pensare e ripensare, fare, disfare e rifare la Befana negli innumerevoli e mai finiti modi del possibile (e dell’impossibile). E’ il sacro che alimenta il sacro. Tutto nasce dal sacro e crea il sacro. Una ostinata perversione ci lega al progetto ideale della Befana, la perversione nel suo aspetto evolutivo di abbandono di vecchi schemi e di emersione di nuovi atteggiamenti. Per mesi non ci muoviamo più, come le crisalidi che restano al buio nell’involucro protettivo del bozzolo, per uscirne poi trasformate in farfalle. Qui però la trasformazione è graduale, armonica. Invece il nostro è un affaccendarci febbrile e convulso alla ricerca di un risultato. Tutto è messo in discussione. Stravolti, ribaltati e rovesciati, veniamo presi dall’esigenza di dare un significato a quello che stiamo facendo, ma questo ci fa smarrire ancora di più. E allora ci limitiamo a essere così, a stare, restare in questo spazio caotico e confuso. Aspettando…….chi?
Rappresentare la Befana non è uno spettacolo. Non ci sono trucchi né effetti speciali. Quello che avviene è semplice e profondo. E’ un tendere, è un andare verso qualcuno, verso quella piccola porzione di umanità presente in quella notte (il 5 gennaio) e in quel luogo (il fiume Lambro), una porzione che rappresenta non solo simbolicamente, ma concretamente, l’umanità intera. E ciò perché quando due e più persone si uniscono e provano sentimenti di bellezza, di amore, di rispetto, di compassione, di comprensione, l'umanità intera segretamente vibra e prova gli stessi sentimenti.
Una sola lanterna può illuminare con la sua luce tutto il mondo.
Per la C.C.A., Marco Raimondi
LE POSIZIONI CULTURALI DEL LABORATORIO E GLI OBIETTIVI DELL’INTERVENTO
Ogni anno il Laboratorio elabora e sviluppa un tema che aggancia il mito della Befana alle problematiche socio-ambientali e pedagogiche attraverso il rito fiaba-festa.
Quest’anno il tema scelto è stato BEFANA 2004… IDEALI "PER-VERSI"
La ricerca sui linguaggi espressivi e sulla comunicazione creativa che sta all’origine della C.C.A., e del lavoro artistico, educativo ed animativo dei suoi soci/operatori, viene attuata attraverso il metodo del LABORATORIO negli interventi sul territorio, nella formazione pedagogica e socio culturale.
Come gli altri anni le motivazioni principali della manifestazione sono:
- la salvaguardia del mito-festa come valenza bio-pedagogica.
- la creazione di un evento culturale capace di muovere l’interesse di migliaia di persone beneficiarie di un momento di riflessione e di animazione festa, la cui mancanza è la causa principale di un degrado dell’immaginario giovanile preoccupante;
- il conseguimento di un momento di partecipazione alla creazione del lavoro nel quale, attraverso la creatività, la progettazione e la realizzazione, si possano riconoscere interessi civili e sociali;
- la volontà di porre all’attenzione di tutti problematiche ambientali (ad esempio la salvaguardia del fiume Lambro)
Il Laboratorio è un’occasione di socializzazione nel pensare e nel progettare l’animazione nella quale non ci si ripropone di realizzare un festa rappresentativa dove sia richiesta una presenza da spettatori, bensì una possibilità di lavoro comune nel quale la misura della validità del lavoro finale sia dato dal connubio tra il risultato della manifestazione e la crescita individuale di giovani ed adulti che vi partecipano. Nel Laboratorio Befana in particolare, il rapporto generazionale si dispiega favorevolmente dato il tipo di lavoro creativo e il fine giocoso delle produzioni.
Il lavoro in Laboratorio, il lavoro di gruppo evita la realizzazione di una festa dell’obbligo.
Nelle costruzioni si è posta attenzione al valore "estetico" delle costruzioni e delle azioni, mettendo a disposizione di tutti, i saperi e le capacità suscitate e scoperte. Offre la garanzia di festa creativa e come tale critica verso il mondo usuale e ripetitivo (a volte imposto) di fare festa.
SCHEMA DELLA TEATRALIZZAZIONE:
IN SCENA
A) Romantico/Salice piangente
B) Mitridali
C) Striscione
AZIONI D'ATTESA
- Richiami e canti
- Matto per il fiume
- Farfalle
- Suoni vivi (Banda)
- Accensione fuochi
LA TEATRALIZZAZIONE
IL BUIO
1. Dedicato al Selvatico (VIDEO)
2. Luci a filo d'acqua
3. Albero della Luminosità
4. Incendi dei Mitridali
5. Incendio del Gatto
6. Innalzare le speranze
7. Rifugi Disideali
8. Battito d'ideali
LA LUCE
9. Torre
10. Azione colore
11. Lancio dei Fiori
12. Mantidi
13. Arriva la Befana, doni di ringraziamento
AZIONI PER LA PACE
14. I saluti... e la Befana discende il fiume
Dal 1987 l'arrivo della Befana sulle acque del fiume Lambro la vigilia dell'Epifania è diventata una teatralizzazione che si svolge nei pressi del ponte di Agliate (MB)
Promosso da Associazione Commissione Cultura Alternativa (CCA) di Carate Brianza, dal Comitato per il diritto al Mito-Festa dei bambini e dalla gente della valle del Lambro.
Con il patrocinio e il contributo di: Provincia di Monza e Brianza - Parco Valle del Lambro
Comuni di Carate, Albiate, Briosco, Giussano, Macherio, Sovico, Verano
Per informazioni Tel. 0362-906294 Cell. 3395984689 e-mail: rosesco@tin.it