Befana 2012: Giravolte e raggiri per approdi di feste

MI VEDI, SPUNTO DALLE TUE CHIOME

Mia madre mi ha detto: «chiudi gli occhi e stringi i pugni, resta così finché non te lo dico io».
Ho fatto come mi ha detto. Abbiamo iniziato a camminare in fretta lungo la strada che porta al ponte di Agliate, lo capisco perché si scende e perché sento il rumore del fiume …
Resto così, poi lei mi preme leggermente la mano e mi dice: «lo senti il suono?!?!»
«No, non sento nulla», rispondo.
Non sento nulla, solo il freddo pizzicarmi la faccia e una goccia umida colarmi dal naso, mi strofino il polsino della giacca a vento, ma continuo ad obbedire alla mamma…
Insiste: «Sei sicura, non senti nulla, il trillo, il trillo lo senti».
Quale trillo forse intende le campane giù alla chiesa, oppure confonde il rumore dell’acqua tra i sassi del Lambro … mia madre oggi è proprio strana, ma mi diverte sentirla così eccitata da questo gioco, un po’ ho paura, tutto quel nero, la notte l’avverto vicina …
Mi dice: «Lasciati andare, fidati di me. Vedrai che sentirai …»
Faccio come dice, dischiudo la mente e all’improvviso, come dal nulla, strani personaggi germogliano. Strane creature sbocciano come fiori …

Mi vedi,
spunto dalle tue chiome
saltello, schiamazzando,
intorno alla tua testa
mi tuffo nel prato,
son bruco in mela rossa incantata
e adesso volo
libera farfalla.

Sorrido, per un attimo la mia testa mi è sembrata una mela rosso fiamma, da dietro le orecchie ha fatto capolino un bruco giallo come il grano, un viso paffuto e buffo, fulmineo, facendo una giravolta, ha spiccato il volo, distendendo due enormi ali turchesi oltre il mio naso ed è svanito ...

La mamma sta ridendo: «ahahah, allora funziona ... ti ho visto sai, arricciare il naso, con chi stavi parlando …»
Funziona? Ma che cosa … so solo che non riesco a rispondere alla mamma … qualcos’altro sta attraendo la mia attenzione …

Mi vedi,
spunto dalle tue chiome
volteggio
in bianco vestito
sulle punte
faccio giravolte
son ballerina,
tu vuoi ballare?
Forza stendi la mano,
fai una giravolta
ruota, ruota ancora
ruota … ruotaaa ancoraaaa

la voce si è fatta sempre più fioca, una ballerina mi ha fatto volteggiare, la mamma mi ha preso appena in tempo, stavo per cadere dopo tutte quelle giravolte … sono sempre più curiosa …

Mi vedi,
spunto dalle tue chiome,
le vedi quante arance
faccio ruotare,
dai prova anche tu
guarda come girano,
prendi questa e falla piroettare

… ho afferrato l’arancia e la sto facendo balzare in aria, lo strano signore indossa un abito da giullare, tutto colorato, mi lancia un’altra arancia, l’afferro … il gioco si sta facendo complicato, alla terza ci provo, cade in terra … mi chino e quando risollevo la testa è scomparso …

Sento la mamma ridere ancora: «Magia, sei più brava di me, non capisci hai afferrato l’arancia al buio quando è caduta in terra … ti muovi a occhi chiusi … ma non capisci ancora, sei entrata hai spalancato la porta dell’irreale … ora sono più tranquilla ti posso lasciare la mano, sono sicura che non ti perderai e che quando avrai finito il tuo viaggio, saprai tornare indietrooooo».

La voce della mamma e sempre più lontana, sento che mi sta ancora dicendo qualcosa ma ormai faccio fatica a capire le sue parole. Davanti a me c’è un  enorme portone che si sta aprendo … ma come mai sono così sicura, non ho paura di nulla è come se stessi per entrare in una casa dove ho sempre vissuto, eppure non la riconosco.

Mi vedi,
spunto dalle tue chiome
trillo al mattino
e ti do la sveglia.
Forza non aver paura
varca la soglia
sarai in buona compagnia …

La sveglia però la riconosco, è quella che tengo sul mio comodino, le chiedo: «che ci fai qui», risponde «il tempo è prezioso e non bisogna mai perderlo».
Le dico «ma io sto giocando che vuoi da me …».
«Ogni gioco finisce, io sono qui per ricordartelo, ma se vuoi che non finisca mai tramandalo a qualcuno a cui vuoi veramente bene».

Uffà che noia, ma che vuole … oltrepasso il portone, un enorme montagna di vecchi giocattoli sta in mezzo alla sala. Una signora anziana li osserva uno alla volta, quelli che secondo lei sembrano ancora utili li appoggia sul tavolo o li mette dentro un enorme sacco che è di fianco alla sedia.

«Ciao, tua mamma ne era certa … sì lei un tempo è arrivata fin qui ed era sicura che anche tu ce l’avresti fatta … brava bambina … è importante sai, saper valicare la porta dell’irreale … un giorno ti ricorderai di tutto questo e lo racconterai a un’altra bambina che prenderà il tuo posto, come tua madre prenderà il mio … sono troppo stanca, devo riposare».
«La mamma prenderà il tuo posto, ma cosa stai dicendo … chi sei? La mamma non può vivere qui? Deve restare con me …».

«Non ti preoccupare, quando aprirai di nuovo gli occhi non ti accorgerai che lei è andata via» mi disse sorridendo l’anziana signora …

Ho paura adesso, dov’è la mia mamma … ho aperto gli occhi, la sveglia sul comodino ha iniziato a suonare, per un secondo mi è sembrato che stesse dicendo qualcosa … la mamma ha aperto la porta della mia stanza … «forza Martina, sveglia la Befana, la Befana è passata e ti ha lasciato qualche cosa».

Era soltanto un sogno …

Tra i regali, qualche caramella e un orsacchiotto con un braccio scucito, c’era un biglietto:

Cara Martina, dai sempre retta alla sveglia, ogni gioco finisce … ma se vuoi che non finisca mai tramandalo a qualcuno a cui vuoi veramente bene … la tua Befana …

La mamma mi sta guardando, ho visto uno strano bagliore nei suoi occhi … ho capito tutto adesso, non c’è bisogno di tante parole, quando suonerà la sveglia per me … saprò ascoltare.

Iride Enza Funari


Dall'87 l'arrivo della Befana sulle acque del fiume Lambro la vigilia dell'Epifania
è diventata una teatralizzazione che si svolge nei pressi del ponte di Agliate (Mi)

Promosso da Associazione Commissione Cultura Alternativa (CCA) di Carate Brianza, dal Comitato per il diritto al Mito-Festa dei bambini e dalla gente della valle del Lambro.
Con il patrocinio e il contributo di:
Provincia di Monza e Brianza - Parco Valle del Lambro
Comuni di Carate, Albiate, Briosco, Giussano, Macherio, Sovico, Verano


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