GIRA IN TONDO
Sempre da qui si parte. Sempre da questo ponte, che supera la paura, che porta oltre, che dischiude luoghi inarrivabili. Ponte che corre nei tempi, che fa passare acque vecchie di millenni, vecchie e nuove...vecchie e nuove....ogni volta. Passaggio al di là del quale il prima diventerà poi, lo scuro sarà chiaro, lo sconosciuto si svelerà. Mi piace questa ambivalenza. Mi piace il ponte che diventa passaggio tra dimensioni diverse. Come del resto diverse sono le esperienze che hanno sempre bisogno di un ponte per realizzarsi, per collegarsi. Di più: il ponte è nella nostra mente tra un pensiero e l'altro, tra una persona ed un' altra, lo usiamo più di quanto crediamo.
Mi ci sono fermato sopra oggi, come ormai mi capita di fare da qualche anno. Ogni tanto ci passo per gettare un'occhiata al fiume. Un saluto.
Seguo con gli occhi una foglia che galleggia ondulando sull'acqua. E' arrivata da sotto un arco e si sposta verso destra in una ardita curva verso riva tanto che sembra fermarsi...invece, aumentando improvvisamente la sua velocità e stringendo la sua curva si infila in piccolo vortice vicino ad una pietra, e gira....gira....gira.... volta e gira, giravolta. Poi se ne va, indifferente, ancora ondulando e si perde, scompare dalla mia vista.
La giravolta è un momento, un istante di potenza, è mischiare il mazzo delle carte, la desiderata illusione di poter cambiare il corso degli avvenimenti. Ancora, è il guizzo fulmineo di un gesto, la meraviglia del racconto...ma dura un istante e l'istante successivo è già e ancora diverso.
Il fiume è abituato alle giravolte, al diverso alternarsi del caso. E' capace di trasformarsi, deviare, distruggere e costruire, dare la vita o toglierla.
Il ponte si fa attraversare dal fiume e dagli uomini, è il portatore di giravolte e le regala a chi è disponibile a coglierle e a viaggiarci dentro, a camminarci in tondo come in un prato dopo la prima neve i bambini.
Le giravolte sono nelle favole, in ciò che sembra e non è, in quello che credi e non sai.
Le feste, la Befana sono attimi, sono giravolte di un respiro del fiume e tutti noi ci siamo dentro, con due piedi, fino a bagnarci, immergerci in quello che a breve sarà solo eco tra gli archi.
Cantano gli archi
i racconti del fiume:
Echi di feste.
Aldo