Ci siamo anche quest’anno.
La Befana, l’imbrogliona del Lambro, vuole ancora raggirarci con i suoi soliti trucchi.
Anzi, con il suo solito trucco.
Quale? Quello delle tre carte.
La Befana prende le sue tre carte, le gira e le volta, le volta e le gira, preparando il suo raggiro.
Le tre carte o meglio i tre tarocchi della Befana sono quelli della Festa, del Mito e del Rito.
Il tarocco del Mito ha uno sfondo blu scuro con al centro la Luna, quello del Rito raffigura il Fuoco che rischiara il buio della notte; il tarocco della Festa è invece quello del Matto, di un giullare che danza con i piedi nell’acqua.
‘Venite gente a tentare la fortuna – dice la Befana, girando e voltando in continuazione i tre tarocchi – venite a scoprire la carta della Festa’.
La Befana mostra a tutti le sue carte, sollevando quella del Mito, poi quella del Rito e poi quella della Festa; e ancora prima gira la Luna, poi il Fuoco, poi il Matto…
Qual è la carta della Festa?
E la gente cosa può puntare al gioco della Befana?
Quel poco che le rimane del sogno e della fantasia, della creatività e dell’immaginazione, dell’ingenuità, dello stupore e della meraviglia.
Tutti sanno che si tratta di un raggiro di una vecchia imbrogliona, ma a nessuno importa: tutti vogliono giocare.
Del resto tutti sanno anche che, tra giravolte e raggiri, alla fine scopriranno la Festa: allora la vecchia Befana restituirà a ciascuno dei presenti le emozioni, i sentimenti ed i sogni della propria infanzia.
E’ da anni che la Befana, mischiando e confondendo queste tre carte riesce ad richiamare migliaia di persone, che arrivano per una festa ma che invece partecipano ad un rito, che mantiene in vita un mito.
Ma tutte queste parole non esprimono quello che conta veramente: le giravolte di chi fa la festa ed il raggiro – che si ripete ogni anno – di una vecchia che approda sulle sponde del Lambro fingendo di essere la Befana.
Alberto Bordogna